La lista dei muri che dividono città e nazioni è oggi lunghissima: alla loro presenza rilevante e imprevista nello scenario mondiale è dedicato il libro “Nuovi muri. Il ritorno di un’antica figura nei territori del mondo”, di Silvia Dalzero, appena uscito nelle edizioni Iuav / LetteraVentidue, collana “Materiali”, a cura dell’Università Iuav di Venezia.
Dopo la stagione novecentesca delle Guerre Mondiali e della Guerra Fredda le barriere non solo non sono cadute, ma sono aumentate in modo considerevole, in aperta contraddizione rispetto a un’idea di globalità che faciliterebbe la circolazione e la libertà di movimento.
La nuova generazione di barriere ha raggiunto una lunghezza complessiva di 40.000 km, pari alla circonferenza della Terra. Si sono eretti o fortificati confini in nome di identità nazionali o territoriali a volte discutibili, per isolare le persone su base razziale, per marcare differenze economico-sociali, per separare regimi politici differenti e inconciliabili… Tutte queste ragioni hanno generato, ad oggi, più di 70 muri di frontiera: erano 15 nel 1989, l’anno in cui, con la caduta del Muro di Berlino, si era proclamata la fine dei muri.
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