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Il Senato approva la legge: carcere per chi maltratta gli animali

Animal Equality: “Un passo importante, ma non esistono animali di serie B”

Il Senato ha approvato il disegno di legge che innalza le pene previste per il maltrattamento degli animali: d’ora in avanti saranno superiori a 3 anni e dunque non sarà più possibile applicare la sospensione condizionale della pena.

Con questa modifica cambia il Titolo IX del Codice penale: non si parlerà più di “tutela del sentimento verso gli animali”, ma della tutela dell’animale in quanto portatore di diritti propri, un passaggio cruciale per i diritti degli animali in Italia. A votare a favore della legge sono intervenuti Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre le altre forze politiche, che chiedevano maggiori riconoscimenti per gli animali, si sono astenute o hanno votato contro.

Con la nuova legge diventa anche obbligatoria la confisca degli animali vittime di maltrattamenti, per metterli finalmente al sicuro dai loro aguzzini, inoltre la sentenza sarà resa pubblica, con la conseguente pubblicazione dei nomi dei condannati.

Secondo il senatore Manfredi Potenti, relatore del disegno di legge in Senato e responsabile del Dipartimento nazionale di tutela del benessere degli animali della Lega, questa legge è il punto di partenza per ulteriori riforme che in futuro potranno permettere di ampliare la tutela e il riconoscimento dei diritti degli animali nel nostro paese: “Di fatto si potranno avere, tra l’altro, percorsi trattamentali per i soggetti maltrattanti e, come pena accessoria, il divieto di detenere animali se ci si è macchiati di gravi delitti in materia”.

Seppur non approvate con il testo finale, le osservazioni presentate in Senato davanti alla Commissione Giustizia da Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia, sono state riportate in Aula dalla Senatrice Julia Unterberger, intervenuta durante la seduta che ha preceduto il voto ribadendo ciò che la Cassazione ha già chiarito e cioè che nessun animale è esente da tutela.

“Questa legge rappresenta un segnale politico importante, ma è ancora lontana dall’essere una svolta reale. Le nostre proposte per vietare la crudeltà genetica e fermare la macellazione dei cavalli sono state respinte, così come ogni tentativo di estendere le tutele agli animali allevati. Purtroppo ancora una volta la legge si ferma a una protezione parziale, ignorando milioni di animali sistematicamente sfruttati. Per quanto migliorativo, la politica ha scelto il compromesso, non il coraggio. Noi continueremo a lavorare perché la giustizia valga per tutti gli animali, senza eccezioni” afferma Matteo Cupi.


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