lunedì, Agosto 11, 2025
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Noi, la Natura e la salute del pianeta Terra.

Credo che siano ormai più che evidenti e sotto gli occhi di tutti le non felici condizioni di salute in cui versa il pianeta Terra e l’azione devastante che, nel corso del tempo, noi come esseri umani vi abbiamo esercitato. Come scrisse anni fa il sociobiologo Edward O. Wilson: “L’umanità, con il suo potere distruttivo, è la prima specie nella storia della vita a diventare una forza geofisica” (“La creazione. Un appello per salvare la vita sulla Terra”, Adelphi 2008).
Vengono in mente alcune riflessioni e preoccupazioni formulate negli anni Cinquanta dal teologo e medico missionario Albert Schweitzer (1875-1965), cui idealmente si ispira la Fondazione l’Uomo e il Pellicano da me creata due anni fa. Parole che risultano, a distanza di decenni, sempre lucide ed attuali: “Viviamo in un’epoca pericolosa. L’essere umano ha imparato a dominare la natura molto prima di aver imparato a dominare se stesso”. Il che significa che l’uomo è arrivato a minacciare a tal punto l’ecosistema da renderne irreversibili gli effetti.
Occorre cambiare atteggiamento e passare dall’antropocentrismo, che concepisce l’uomo al vertice della scala dei viventi e dunque padrone della natura, al biocentrismo (da bios, termine greco che vuol dire vita) che considera l’uomo come uno dei tanti esseri viventi che la natura genera senza alcun dominio rispetto agli animali e ai vegetali che, al pari dell’uomo, vanno rispettati, perché la vita appartiene alla natura che preesisteva alla stessa comparsa dell’uomo e potrebbe continuare ad esistere anche dopo la sua scomparsa.
È quanto mai necessario porre in atto – come ha sostenuto recentemente l’ultracentenario Edgar Morin – un umanesimo planetario: un’umanità planetaria, cioè, che oggi, per la prima volta dai tempi del neolitico, anche drammaticamente, deve confrontarsi con l’obbligo inevitabile di ricercare una nuova consapevolezza e saggezza del limite. È in gioco la sussistenza del divenire umano sulla Terra (a tal proposito, merita il volume di M. Ceruti, F. Bellucci, “Umanizzare la modernità. Un modo nuovo di pensare il futuro”, Raffaello Cortina 2023).
E nel nostro piccolo e nella nostra quotidianità qualcosa di importante la possiamo comunque fare, come ad esempio: evitare lo spreco di cibo, ridurre l’uso della plastica, contenere il consumo di acqua, utilizzare detersivi e cosmetici ecologici, fare la raccolta differenziata, salvaguardare il verde nelle nostre città (ed eventualmente aumentare le aree verdi), abituarci ad utilizzare maggiormente i mezzi di trasporto pubblici o la bicicletta al posto dell’auto…

Piccoli e utili gesti di responsabilità e di amore per il nostro pianeta Terra.

a cura di Alberto Guglielmi Manzoni


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