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EMERGENZA ABITATIVA A MILANO: NECESSARIO EVITARE CHE CERTI QUARTIERI DIVENTINO GHETTI

Deputato Fabrizio Sala: “Servono regole e incentivi per disegnare le città del futuro. Urbanistica non può essere solo calcolo di indici”

Calibrare l’emergenza abitativa con la valorizzazione del patrimonio immobiliare: è questo uno dei principali problemi da risolvere per il futuro di Milano. La base su cui tutti i partecipanti al panel ‘Milano, una città per tutti?’ concordano è una partnership pubblica-privata e una visione comune su cui immaginare il futuro, con quartieri che diventino vere e proprie comunità integrate di servizi e non si trasformino in zone ghetto. Il panel, tenuto durante ‘Futuro Direzione Nord’, la rassegna di convegni istituzionali promossa dalla Fondazione Stelline in corso nella sede di Assolombarda, ha visto la partecipazione di Fabrizio Sala, Deputato e Componente Commissione VI Finanze, Paolo Franco, Assessore alla Casa e Housing Sociale Regione Lombardia, Fabio Bottero, Assessore all’Edilizia Residenziale Pubblica Comune di Milano, Francesco Mascolo, Ad MM Spa, Matteo Mognaschi, Presidente Aler Milano, Fabio Cambiaghi, Direttore Immobiliare CMB, Marilisa D’Amico, Professore ordinario di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano, Marco Giachetti, Presidente Fondazione IRCCS Cá Granda – Ospedale Maggiore Policlinico, e collegata in videoconferenza, Giordana Ferri, Direttore Esecutivo Fondazione Housing Sociale.

“Milano, dopo il boom di Expo, è diventata una città internazionale – sottolinea Sala – ma diversa dalle altre per via di una popolazione non così numerosa come in altre metropoli. Serve una linea federalista con regole, paletti e incentivi affinché gli amministratori locali possano realizzare il proprio disegno, Non si può più pensare di costruire quartieri unicamente residenziali, industriali o commerciali. C’è il bisogno di creare quartieri caratterizzati ma che non possono essere di una esclusiva fattispecie. L’Urbanistica non può essere un mero calcolo di zone e indici”.

A fare i conti della situazione abitativa pubblica di Milano sono Fabio Bottero e Matteo Mognaschi. “Milano vive una situazione tipica delle grandi città d’Europa – spiega l’assessore all’Edilizia Residenziale Pubblica del Comune di Milano -, con canoni di mercato troppo alti e inaccessibili. A Milano l’edilizia residenziale pubblica rappresenta circa il 15% del patrimonio abitativo, il Comune possiede circa 28mila immobili, di cui mille fuori dalla città. E’ necessario evitare la polarizzazione socioeconomica nei vari quartieri”. “Milano deve essere una città per tutti – l’auspicio del presidente di Aler Milano -. Noi possediamo 68mila unità immobiliari e ci siamo trasformati da costruttori di quartieri a gestori di patrimonio e delle comunità che abitano nei nostri complessi”.

Chiude Fabio Cambiaghi: “E’ imprescindibile che le istituzioni lavorino nella stessa direzione. Per un italiano acquistare la casa è anche un modo di risparmio, un’eredità da lasciare. I quartieri devono essere integrati di servizi, non ci possono essere quartieri ghetto. Ogni parte della città deve essere fruibile”.

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