Luisa Cozzi intervista l’artista nipponica Yoshiko Kubota, svelando un tratto della poesia nipponica poco conosciuto, si chiama WAKA ed inizialmente era materia misteriosa ed esoterica che atteneva all’imperatore, l’unico a poter dialogare direttamente con gli spiriti scintoisti fondendo così poesie a preghiera in un unicum di 5 versi e 31 sillabe.
Successivamente gli Waka diventano dialogo amoroso tra uomo e donna che con uno scambio poetico si promettono unione e vengono scritti da nobili decaduti (gli unici a conoscere sia la partitura che il mistero che avvolge queste sillabe) e letti in modo musicale e ancestrale.
Una magia nella magia
Ora Yoshiko Kubota, artista di origini giapponesi, è la detentrice di questi antichi saperi che porta in giro e divulga all’interno di festival e manifestazioni dedicate all’Oriente.
Nel video, alcune sue letture e interpretazioni pensate per Poetando, format culturale che ha anche uno spazio televisivo all’interno di Rete 55
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