Bending Spoons, software-house milanese che sviluppa applicazioni per dispositivi mobili, è al terzo posto tra le 20 migliori organizzazioni italiane in cui lavorare secondo la Gen Z. Accoglienza e benvenuto nel momento dell’assunzione, coinvolgimento da parte dei responsabili nelle decisioni che influiscono sull’organizzazione del lavoro e sull’ambiente lavorativo, imparzialità del management senza che vi siano favoritismi nelle promozioni e supporto reale e concreto da parte dei responsabili nell’attività lavorativa: ecco gli elementi che i collaboratori della Gen Z ricercano in un ambiente di lavoro. In Italia esistono ben 20 realtà organizzative virtuose ed eccellenti in grado di riuscire a garantire ai giovanissimi collaboratori nati dopo il 1998 degli elevati livelli di fiducia e soddisfazione sul luogo di lavoro (91%). Un dato, quello della Media Trust Index nelle 20 aziende preferite dalla Gen Z, superiore del 15% rispetto a quello fatto registrare dalla popolazione della Gen Z attiva nelle organizzazioni certificate come Great Place to Work (76%), del +37% rispetto alle aziende analizzate ma non certificate e addirittura del +45% nel confronto con il dato della media italiana (46%). Sono questi alcuni dei principali insight che emergono dall’edizione 2025 del ranking Best Workplaces for GenZ, stilato da Great Place to Work Italia ascoltando il parere espresso da 7.741 collaboratori zoomer attivi all’interno delle organizzazioni italiane, queste ultime suddivise sulla base del numero di dipendenti (10-49, 50-149, 150-499, 500-999 e più di 1.000). Tra le 20 migliori aziende italiane preferite dalla Gen Z, il 40% appartiene al settore IT mentre una su 5 (20%) è attiva nel settore dei servizi professionali; manifattura-produzione, retail, advertising-marketing, servizi finanziari e assicurazioni, ospitalità e media sono gli altri settori rappresentati in classifica.
A livello di dimensioni aziendali, il ranking premia 2 imprese (10%) con oltre 1.000 collaboratori, altre due (10%) con un numero di dipendenti compreso tra 500 e 999, 3 (15%) che hanno tra i 150 e i 499 impiegati, 6 organizzazioni (30%) con un numero di collaboratori compreso tra 50 e 149 e ben 7 società (35%) con meno di 50 dipendenti. La Generazione Z nelle aziende “Best”, che rappresenta in media un quinto della popolazione aziendale (20,3%), dimostra di apprezzare particolarmente il trattamento imparziale a loro riservato indipendentemente dal sesso (99%) e dall’origine etnica (98%) oltre ad essere accolti e fatti sentire i benvenuti nel momento dell’assunzione (98%) e alla possibilità di avere a disposizione le risorse e gli strumenti per svolgere al meglio le mansioni lavorative (97%). Le voci più critiche da parte della Gen Z dei best workplaces si levano, invece, di fronte all’equità nelle retribuzioni (76%) e alla equa redistribuzione della ricchezza prodotta e generata dalle organizzazioni (73%).
Andando ad analizzare la lista delle 20 migliori aziende in cui lavorare secondo la Gen Z, troviamo al primo posto Edera NordEst, realtà padovana specializzata in servizi finanziari e nei finanziamenti e prestiti dedicati a dipendenti e pensionati. Completano il podio Marketing Espresso, media company con sede operativa a Roma che realizza progetti digitali su misura per le aziende e Bending Spoons, organizzazione che sviluppa software nel settore IT. “La seconda edizione del ranking che analizza le 20 aziende preferite dalla Gen Z conferma come la generazione più giovane attiva all’interno delle organizzazioni italiane, nonostante la poca esperienza nel mondo del lavoro, sia in realtà quella che vive maggiormente l’ambiente lavorativo – dichiara Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia – I collaboratori della Generazione Z hanno una buona visione dell’azienda ma a livello emotivo valutano in modo meno positivo l’organizzazione rispetto alle altre generazioni (Baby Boomer, Gen X e Millennial). Dall’analisi dei dati emerge inoltre come, indipendentemente dal fatto che un’azienda rientri o meno tra i best workplaces, quando le persone vengono incoraggiate a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata aumenta il loro senso di appartenenza e la voglia di rimanere a lungo all’interno di un’organizzazione. Il senso di collegamento e attaccamento verso l’azienda viene accresciuto anche dall’assenza di discriminazioni in base all’età e dall’essere trattati come parte integrante di un’organizzazione, a prescindere dal ruolo ricoperto. Da questi insight – conclude Zollo – si può evincere la ricetta che permette ai 20 Best Workplaces for Gen Z di trattenere i propri giovani talenti: assenza di discriminazioni in base all’età e completa integrazione nei processi e nelle logiche aziendali. Forse, come nella loro vita, anche nel lavoro i nostri giovani Zeta cercano un senso in ciò che fanno”.
Nel confronto tra i Best Workplaces for GenZ e le realtà lavorative analizzate ma non rientrate in classifica, le cosiddette “rest”, i gap maggiori a tutto vantaggio dei best workplaces riguardano l’opportunità di ottenere un riconoscimento speciale (+57%), la meritocrazia nelle promozioni (+54%) e la contentezza nel venire al lavoro (+53%). I collaboratori della Gen Z attivi all’interno delle organizzazioni best mostrano una particolare attenzione verso temi quali l’accoglienza (95%), dove c’è una differenza di ben 36 punti percentuali nel confronto con le aziende rest e del +48% rispetto alla media italiana della Gen Z; il coinvolgimento e il supporto (92%) oltre all’imparzialità (88%) con un divario di 46 punti percentuali nel confronto con le organizzazioni analizzate ma non presenti in classifica e del +47% rispetto alla norma italiana per la Gen Z. Un altro indicatore importante preso in considerazione nell’analisi dei 20 migliori ambienti di lavoro secondo la Gen Z è il Leadership Index, il quale misura la qualità dei comportamenti di leadership all’interno dell’organizzazione, valutando aspetti fondamentali dei comportamenti dei manager come la competenza gestionale, la chiarezza degli obiettivi e la coerenza tra le azioni dei responsabili. Include inoltre elementi chiave come la comunicazione trasparente, l’accessibilità, il riconoscimento del lavoro svolto e il supporto offerto ai collaboratori. Nel complesso, riflette quanto i comportamenti di leadership dei manager siano efficaci nel creare un ambiente di fiducia, partecipazione e crescita condivisa. Nelle 20 aziende preferite dalla Gen Z il valore del Leadership Index è pari al 93%, contro il 78% (+15%) delle organizzazioni certificate Great Place to Work, il 55% delle rest (+38%) e il 45% della norma italiana (+48%).
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