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Dal virtuoso “modello Genova” del Presidente Conte al “sistema Genova” del governatore Toti

Dichiarazione dell’on. ROBERTO TRAVERSI, Movimento 5 Stelle, Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, membro Commissione Trasporti, sui fatti della Regione Liguria e sul coinvolgimento del Presidente Giovanni Toti, nelle presunte attività di corruzione.

Svendere la propria funzione pubblica e la propria attività in cambio di meri interessi personali, abdicare ai propri doveri istituzionali in cambio di voti e denaro è questa la grave situazione emersa dalle carte dell’accusa nella mia Liguria.
C’è quindi una gravissima responsabilità politica, etica, morale, di disciplina e onore che ognuno di noi, che ricopre un incarico pubblico ha l’obbligo di rispettare, già chiara oggi, indipendentemente da come andrà l’indagine in corso. Il Presidente della Giunta Regionale ligure, Giovanni Toti, è agli arresti domiciliari e il suo capo di Gabinetto è addirittura accusato di attività di stampo mafioso, e tutto ciò è naturalmente del tutto incompatibile con l’incarico ricoperto.

Tralasciando le questioni intrinsecamente di carattere penale, le gravissime condotte di Toti, gettano una oscura e pesante ombra sulla sua attività di governo regionale ed in un paese normale non dovrebbero consentirgli di permanere in carica, quindi il primo passo, l’unico, che deve fare Toti, è dare le dimissioni, anzi doveva farlo ieri.
Non si tratta quindi, come sostenuto dal viceministro Rixi, di una semplice difficoltà ora di governare per altri due anni la regione, ma si tratta della dignità di far prevalere un dovere civico e morale.
Questa vicenda racconta che si è passati da un modello Genova virtuosissimo del Presidente Conte e il Ministro Toninelli, al sistema Liguria o sistema Toti, che appare come una vera e nuova “tangentopoli”, in cui si è perso di vista il bene comune a vantaggio di interessi solo personali o di qualche gruppo.

Ho promosso e perseguito il Modello Genova, perchè era l’unica stada che potesse far fronte all’emergenza a seguito del disastro provocato con il Ponte Morandi, ma allo stesso tempo ho sempre ritenuto e sostenuto che quel modello non era ripetibile, perché andava in deroga alle norme in essere e poteva essere usato solo in quel momento storico per rialzare la città ferita di Genova. Invece quel modo di procedere è rimasto in testa a chi doveva prendere decisioni a Genova e in Liguria, e mentre in realtà non ha più prodotto risultati tangibili in termini di opere, piano piano si è arrivati a quello che racconta oggi la cronaca giudiziaria.
Non posso dimenticare che nel corso del governo Conte 2, mentre succedeva tutto ciò che stanno raccontando le intercettazioni, rivestivo il ruolo di sottosegretario alle infrastrutture e con la delega ai porti e nonostante gli attacchi pretestuosi e infondati, tante scelte e azioni hanno portato ingenti risorse anche alla Mia Liguria.
Resta quindi il rammarico che tutto questo sforzo sia poi confluito “nel sistema Toti”, ma dobbiamo andare avanti ed urgente e necessario cambiare immediatamente rotta per riportare il bene pubblico al centro del percorso politico, ridando la giusta dignità alla nostra bella Liguria“.

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