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Al via il progetto “Onda pazza” a Bergamo: gli alunni realizzano elaborati scritti e podcast

Gli studenti hanno incontrato e ascoltato la testimonianza di Arianna Mazzotti, nipote della vittima di mafia Cristina Mazzotti.

È partito anche in alcune scuole della Lombardia il progetto “Onda pazza – Il filo della memoria” (che si propone di creare momenti di riflessione e divulgazione sul tema della legalità e della memoria coinvolgendo 35 scuole di 7 regioni italiane – Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna).

La classe terza E di Sant’Omobono Terme ha incontrato Arianna Mazzotti, nipote di Cristina Mazzotti, sequestrata e uccisa dalla ‘ndrangheta nell’estate del 1975 quando aveva solo 18 anni. Ha partecipato all’incontro, curato da Pandemonium Teatro, anche Alessandro Gallo di Caracò, tra le associazioni promotrici del progetto.

Pandemonium Teatro è Centro di Produzione Teatrale con sede a Bergamo e operante su tutto il territorio nazionale. Le sue produzioni sono state ospitate, negli anni, nei principali festival e programmate dai più importanti Centri di produzione teatrale italiani.

Da anni Arianna, attraverso una Fondazione che porta il nome di Cristina, porta avanti un lavoro sul fronte della legalità nelle scuole e non solo. I ragazzi, dopo l’incontro con Arianna e con Alessandro Gallo, che ha messo in rilievo come i soldi dei sequestri sono stati il motore per le mafie per gestire i traffici illeciti a partire da quello della droga, hanno elaborato testi con le loro considerazioni personali su due fronti:

– come deve aver vissuto Cristina il periodo di sequestro, in quelle particolari condizioni sia fisiche che psicologiche;

– quali implicazioni, anche sul territorio della Val Imagna e quindi a partire dalle loro conoscenze, hanno le attività criminose. Si è parlato di spaccio di droga, ma anche di gioco d’azzardo, di prestiti ad usura e, più nel generale, di traffico di armi.

Dopo un primo confronto in classe nel quale i ragazzi hanno “raccontato”, sono passati alla produzione di scritti personali.

Dopo un breve lavoro su lettura e interpretazione “emotiva” dei testi, ci sarà una registrazione-podcast di tutta la classe, nella quale si è deciso di dare in alcune parti un sottofondo musicale per rimarcare i momenti più emotivi.

Nella classe terza C della Scuola Secondaria di Cisano Bergamasco anche gli studenti di questa scuola hanno incontrato Arianna Mazzotti.

I ragazzi sono rimasti particolarmente colpiti dall’immagine del funerale di Cristina – migliaia e migliaia di persone che hanno riempito il piccolo paese di Eupilio – dopo il ritrovamento del suo cadavere in una discarica.

Durante il primo incontro in classe i ragazzi hanno voluto descrivere i pensieri e le sensazioni di coloro che hanno partecipato a quella cerimonia, soprattutto coloro che non erano parenti stretti.

Questo è avvenuto in un primo confronto in classe nel quale gli alunni – dopo alcune indicazioni sulle tecniche della narrazione – hanno raccontato quelli che potevano essere i pensieri di semplici cittadini, amici più o meno immaginari, giovani della stessa età di Cristina ma anche ragazzi trascinati contro voglia al funerale.

Queste prime narrazioni orali sono poi diventate tanti elaborati scritti.

Lavori di scrittura personale che sono stati poi assemblati, e selezionati per evitare ripetizioni, in un testo “collettivo” che attraverso i ricordi di chi ha accompagnato Cristina nel suo funerale, descrive non solo i fatti ma anche le emozioni e considerazioni di chi racconta questi drammatici momenti.

Dopo un breve lavoro sull’uso della voce e l’interpretazione, il testo, intitolato “Al funerale di Cristina”, diventerà una registrazione-podcast che vedrà coinvolta l’intera classe nella lettura del testo finale.

Podcast sulla vita di Cristina Mazzotti sono stati realizzati a cura di Teatro Invito anche nelle classi terze delle scuole secondarie di Malgrate e Civate e nella classe quinta del Liceo Artistico Medardo Rosso di Lecco.

Teatro Invito, impresa di produzione di Teatro per l’Infanzia e la Gioventù di rilevanza artistica nazionale, ha sede a Lecco ma opera sull’intero territorio della provincia lecchese e di Sondrio, promuovendo rassegne teatrali scolastiche e serali in territori spesso poco frequentati dai teatri, come in Valchiavenna e in Valtellina.

I ragazzi di terza, particolarmente colpiti da una vicenda che si è svolta in luoghi a loro vicini, conosciuti e frequentati, hanno raccolto le memorie familiari sull’evento accostandole al racconto di Arianna. Hanno quindi ricostruito i momenti precedenti il rapimento narrandoli da differenti punti di vista: quello dei parrocchiani e degli abitanti di Eupilio, quello degli amici di Cristina e quello della mamma della protagonista. Inoltre, hanno cercato di analizzare i segnali che all’epoca vennero sottovalutati, come la macchina che fu vista appostata fuori dalla villa Mazzotti o il via vai di forestieri in quei giorni in paese.

Gli alunni di quinta, infine, hanno deciso di raccontare la vicenda dal punto di vista dei genitori di Cristina e di Cristina stessa e del loro diverso modo di vivere e sentire la densità dello scorrere del tempo. Per il padre un “tempo che non basta”: il tempo scorre in modo inesorabile e sembra sempre insufficiente a poter raccogliere la cifra di denaro necessaria al riscatto della figlia. Per la madre un “tempo dilatato”: è il tempo dell’attesa, l’attesa che la figlia venga liberata dopo aver pagato il suo riscatto. Per Cristina un “tempo sospeso”: è il tempo passato nelle mani dei rapitori, un tempo che non ha connotazione.

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