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“WARHOL’S WORLD” A MANTOVA DAL 3 SETTEMBRE

LA GALLERIA MAD PRESENTA LA MOSTRA “WARHOL’S WORLD”
DAL 3 AL 28 SETTEMBRE A MANTOVA
Mercoledì 30 agosto alle 10:30 presso la sala conferenze della Casa del Mantegna la conferenza stampa di presentazione della mostra “Warhol’s World “ che si terrà alla Galleria MAD di Via Cavour 59 a Mantova dal 3 al 28 settembre, mostra a cura di Massimo Pirotti progetto MaterManto e Sergio Zanichelli da un’idea di Lucia Quasimodo, col patrocinio del Comune di Mantova, media partner Massimiliano Sbrescia Agenzia 360.
Evento in collaborazione con Ottica Fielmann, Vendome Luxury Bags Ristorante “La Masseria”, Caseificio La Motta, Cantina Sociale Quistello, Consorzio Melone Mantovano, Panificio Carra, Città del Sole, Le Tamerici,Casa Bontà.

Warhol’s World ci conduce non solo all’estetica dell’artista ma indaga anche attraverso la sua filosofia di vita che mescola la cultura alta con quella popolare.
Oltre alle opere iconiche che lo hanno reso celebre ci saranno fotografie originali anche inedite di lui nella sua “Factory” negli anni sessanta e della sua visita a Roma nel 1977.

La mostra sarà allestita sullo stile della Factory luogo in cui Warholrealizzava le sue opere, pensava ai suoi film e alle produzioni musicali insieme ai suoi collaboratori. Il vissuto di questo artista è una costante performance, le sue icone non sono quelle religiose ma quelle del consumismo di un’era fatta di prodotti seriali che chiunque può permettersi, una sorta di democratizzazione globale. La Coca-Cola la beve il Presidente degli Stati Uniti, la star del cinema, ma anche il barbone o la persona comune, è sempre quella, uguale per tutti.
Il pensiero di Andy Warhol era incentrato sulla critica e sulla celebrazione della cultura di massa, della celebrità e dell’immagine. La sua prospettiva innovativa ha lasciato un’impronta duratura nell’arte contemporanea e ha aperto nuove strade creative per le generazioni successive di artisti. Ossessionato dall’effimero credeva che la fama e la superficialità fossero diventate valori predominanti nella società moderna, e ciò si rifletteva nei suoi ritratti delle star e nelle sue opere che celebravano icone popolari del consumismo come le lattine di zuppa Campbell.
Warhol’s World è una mostra evento che ci porta alla riflessione della nostra società odierna che sta vivendo, consciamente o inconsciamente, tutta la “poetica” predetta da questo grande e lungimirante artista.

WARHOL’S WORLD di Massimo Pirotti

Se Andy Warhol, artista tra i più celebrati al mondo, rimane ancora oggi così attuale è grazie alla sua eterogenea esperienza della cultura contemporanea capace di rivelare al mondo intero una società contraddittoria vissuta tra perbenismo e consumismo, superficialità e identità.
Tutto questo avviene non solo attraverso le sue opere, ma prevalentemente tramite il suo poliedrico ruolo nel mondo dell’arte forgiato da un pensiero “filosofico” controverso ma palesemente veritiero, sfidando l’idea tradizionale che si è sempre ritenuta discordante, del possibile rapporto(nonostante la storia insegni il contrario) tra arte e commercio facendo coesistere questi due mondi apparentemente inconciliabilisenza comprometterne la qualità o il valore culturale.
Le sue creazioni sono icone profane che si disintegrano e si moltiplicano determinando il carattere mutevole di questa cultura massificata la quale passa da un mito all’altro, da una notizia all’altra con una rapidità anomala oggi più che mai passivamente da noi subita.

Per enfatizzarne questa decadente modernità tipica del mondo warholiano abbiamo ricostruito un’atmosfera nello stile originario dello studio dell’artista, la cosiddetta “Silver Factory”, coprendo le pareti di simil stagnola argentata, un’estetica proto-glam di inizio anni sessanta che l’amico fotografo Billy Name aveva contribuito a decorare nella storica sede che si trovava al quinto piano del 231 East 47th Street, a Midtown Manhattan.

Evidenziando le opere, le fotografie, le sue celebri frasi attraverso la lucentezza dell’argento si avverte in maniera ridondante l’eco di una natura umana fugace, fatta di fragilità emotiva che si lascia incantare dal consumo compulsivo, dal successo e dalla fatuità dell’ immagine che Warhol stesso ha creato facendo da mentore a personaggi diventati per breve tempo famosi come Edie Sedgwick. Attraversando questa ricostruzione della Silver Factory possiamo metterci nei panni dello stesso Warhol sentendoci contemporaneamente osservatori e partecipanti attivi nel suo studio, luogo di incontro e di confronto, questo atteggiamento favorisce la comprensione della cultura di quegli anni fatti di eccessi mediatici e consumistici, rivelando così la genesi della nostra odierna società con maggiore chiarezza. Il ruolo dell’artista stesso dopo di lui è cambiato in quanto egli fuprecursore di quelli che oggi chiamiamo Artisti/imprenditori come Damien Hirst, Jeff Koons, Mark Kostaby e Maurizio Cattelan divenuti progressivamente dei veri e propri brand.
La domanda che ci poniamo nell’immergerci in questo variegato mondo di Warhol è: “Qual’è la sua opera più significativa?” A mio avviso è proprio la sua esperienza, il percorso visto nella sua totalità della sua vita che possiamo rivivere attraverso questa mostra, le sue letture, i suoi film, le sue produzioni musicali, le opere iconiche e le sue interviste, scoprendo infine che questo Warhol’s World ci assomiglia, ci appartiene appieno smascherando pregi e difetti di ognuno di noi.

ANDY WARHOL Biografia Andy Warhol, nato Andrew Warhola, è stato un artista, regista e figura chiave del movimento di Pop Art negli Stati Uniti. Nacque il 6 agosto 1928 a Pittsburgh, in Pennsylvania, da una famiglia di origini slovacche. La sua biografia può essere suddivisa in diverse fasi significative: Giovinezza e Formazione: Warhol cresceva in una famiglia operaia e mostrò fin da giovane un interesse per l’arte e il disegno. Dopo il diploma di scuola superiore, si iscrisse al College di Belle Arti Carnegie a Pittsburgh, dove studiò design e illustrazione. Inizio della Carriera: Negli anni ’50, Warhol si trasferì a New York City e lavorò come illustratore di successo per riviste di moda e annunci pubblicitari. La sua carriera iniziò a decollare, e nel corso del tempo, iniziò a esplorare l’arte concettuale e il lavoro con l’immagine serigrafica.Anni ’60 e la Factory: Negli anni ’60, Warhol divenne una figura di spicco nell’ambiente artistico di New York. Fondò uno spazio chiamato “The Factory”, uno studio dove la sua arte prendeva vita e dove radunava un gruppo variegato di artisti, musicisti, attori e personaggi eccentrici. The Factory divenne una sorta di laboratorio creativo e luogo di incontri sociali.Opere Iconiche di Pop Art: Nel corso degli anni ’60, Warhol creò alcune delle sue opere d’arte più iconiche, tra cui le celebri lattine di zuppa Campbell, le immagini di Marilyn Monroe, i ritratti delle celebrità di Hollywood e le serigrafie di oggetti di consumo di massa. La sua abilità nell’usare la serigrafia e riprodurre immagini multiple rese il suo lavoro distintivo e accessibile a un vasto pubblico. Film e Media: Oltre all’arte visiva, Warhol si cimentò anche nel cinema. Produsse film sperimentali, come “Chelsea Girls” e “Empire”, che sfidavano le norme tradizionali del cinema e della narrativa. Attentato e Salute: Nel 1968, Warhol subì un attentato da parte di Valerie Solanas, una scrittrice radicale femminista, che gli sparò ferendolo gravemente. Questo evento ebbe un impatto duraturo sulla sua salute e sulla sua vita. Anni ’70 e ’80: Nonostante l’attentato e alcune difficoltà personali, Warhol continuò a produrre arte e a esplorare nuove forme di espressione. Negli anni ’80, si concentrò sulla pittura di quadri astratti e di ritratti di personalità famose dell’epoca. Morte: Andy Warhol morì il 22 febbraio 1987 a New York City a causa di complicazioni dopo un intervento chirurgico alla cistifellea. La sua morte fu un duro colpo per il mondo dell’arte, ma la sua influenza e il suo lascito continuano a essere riconosciuti ancora oggi.

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