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Il covid non frena il mercato degli immobili per la logistica

Il Covid-19 non frena l’innovazione e l’evoluzione che negli ultimi anni caratterizzano il mondo della logistica, ma anzi funge da acceleratore. Questo è quanto è emerso dalla ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano, che si è focalizzata proprio sull’andamento dell’immobiliare logistico.

All’evento ha preso parte anche World Capital che ha analizzato come si stia muovendo l’offerta degli spazi per rispondere alla domanda e alle diverse esigenze di mercato. Secondo i dati emersi dall’ultima edizione del Borsino Immobiliare della Logistica, redatto da World Capital in collaborazione con Nomisma, l’andamento del mercato immobiliare logistico italiano risulta in positivo.

Negli anni, precisamente dal 2006, si assiste ad una generale ripresa dei valori immobiliari, che oggi si attestano stabili in quasi tutte le aree d’Italia. Tuttavia, in alcune città prime, come Milano e Roma, il trend è in leggera risalita, questo dovuto sia alla qualità e all’unicità del prodotto, sia alla domanda che in tali zone risulta maggiore dell’offerta. Firenze, invece, si riconferma prime rent nazionale con un canone di locazione medio per il nuovo di 60 euro/m2 all’anno e 51 euro/m2 all’anno per l’usato.

Spostandoci sulle tendenze della filiera, è emerso che la pandemia sta influenzando la trasformazione degli immobili logistici, con modalità diverse a seconda della tipologia di magazzino. Spazio a Factory Warehouse (magazzini annessi a fabbriche), Logistics Center (impianti di grandi dimensioni produzione/distribuzione), Distribution Center (impianti aziende retail per rifornimento punti vendita), Fulfillment Center (impianti operatori e-commerce) e altre tipologie a supporto dell’attività di trasporto, come i Transit Point (centri smistamento/consolidamento merci) e Last Mile (piattaforme di trasporto/ribalte corrieri di prossimità), quest’ultimi tra i tagli principali che costellano le grandi città metropolitane italiane.

L’ultimo semestre ha inoltre sottolineato la grande importanza che la logistica ha acquisito anche per il comparto retail, che anziché esternalizzarlo ora lo segue internamente. Oggi infatti si punta ad avere una rete distributiva più capillare: non spariscono i grandi centri lungo le autostrade, dove il terreno costa poco e gli spazi sono ampi, ma progressivamente crescono i magazzini più piccoli situati vicino alle città.

Secondo Andrea Faini, Ceo di World Capital. “La pandemia non ha soltanto accelerato la spinta verso l’innovazione, ma ha anche contribuito allo sviluppo di nuovi trend. In questi mesi, infatti, abbiamo assistito ad una copiosa crescita dei magazzini di prossimità e dei centri di smistamento. Questo periodo particolare ha inoltre evidenziato come diventi prioritario il posizionamento degli immobili logistici, come per esempio il concetto del last mile, oltre alla presenza di infrastrutture, per garantire un flow dei servizi fluido e veloce”.

fonte idealista.it

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