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Morti sul lavoro in Lombardia: Zona rossa per Brescia, Sondrio e Lodi. La provincia più sicura è Milano

“Ancora troppi morti sul lavoro e la maglia nera rimane alla Lombardia nei primi dieci mesi del 2023. Più di 13 vittime al mese da gennaio a ottobre. Una vera strage. Ma i numeri elevati dei decessi, come sappiamo, devono essere anche spiegati con la popolazione lavorativa più numerosa rispetto a tutte le altre regioni, infatti, quando si parla di rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, il risultato cambia e la Lombardia viene inserita in zona gialla, ovvero in quella mappatura del rischio di mortalità che fa emergere gli indici meno allarmanti della penisola”.

È la prima riflessione di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering per descrivere l’emergenza in Lombardia nell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti.

“Un’emergenza descritta drammaticamente dai numeri delle vittime, nella quale però, per narrare concretamente il livello di sicurezza sul lavoro in regione, deve necessariamente entrare il confronto con l’incidenza della mortalità e, con questo tipo di analisi, la Lombardia fa rilevare un’incidenza di mortalità inferiore alla media italiana (24,4 infortuni mortali ogni milione di occupati contro una media nazionale di 29,1)”.

IL RISCHIO DI MORTE IN LOMBARDIA, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A OTTORE 2023. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA.

Per individuare le aree più fragili dell’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.

La zona gialla, quella in cui si trova la Lombardia, è la zona che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. E a fine ottobre 2023, il rischio di infortunio mortale in Lombardia (24,4 morti per milione di occupati) risulta ben inferiore rispetto alla media nazionale pari a 29,1.

Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che sono Brescia, Sondrio e Lodi a trovarsi in “zona rossa” con un’incidenza rispettivamente di 49,8, 40,3 e 39,7; sono seguite in zona arancione da Lecco (34,9), Cremona (34,3) e da Bergamo in zona gialla (26,6). Mentre la maggior parte delle province lombarde rimane in zona bianca con rischi di mortalità ben al di sotto della media regionale e nazionale. A cominciare da Milano (20,2). Seguono: Como (19,4), Mantova (16,5), Varese (13,3), Pavia (12,9), Monza e Brianza (12,7).

INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DEI PRIMI DIECI MESI DEL 2023 IN LOMBARDIA

Sono 139 i decessi da gennaio a ottobre 2023 (contro i 148 del 2022): 108 quelli rilevati in occasione di lavoro (1 in più dello scorso anno) e 31 quelli in itinere (10 in meno del 2022). Ed è tristemente prima in Italia sia per numero di vittime totali, sia per decessi in occasione di lavoro.

Il più elevato numero di decessi totali si è verificato in provincia di Milano (37). Seguono: Brescia con 33 decessi, Bergamo (21), Cremona (8), Como (7), Varese e Lecco (6), Monza Brianza e Pavia (5), Mantova e Lodi (4), Sondrio (3).

Milano è in cima alla graduatoria anche quando si analizzano gli infortuni mortali in occasione di lavoro con 30 vittime. Seguono: Brescia (27), Bergamo (13), Como, Cremona, Lecco, Monza e Brianza e Varese (5), Lodi (4), Pavia, Sondrio e Mantova (3).

Sono 91.101 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 489.526. Vale a dire oltre il 18,6% di quelle rilevate in Italia.

UNA BUONA NOTIZIA: ALLA FINE DI OTTOBRE SI RILEVA UNA FLESSIONE DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI, MA IL DECREMENTO È PRINCIPALMENTE DOVUTO ALLA CONCLUSIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA PER COVID.

Alla fine di ottobre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 18,5% rispetto alla fine di ottobre del 2022: erano 111.819 e ora sono 91.101. Un decremento questo, è opportuno nuovamente sottolinearlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.

L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN LOMBARDIA.

Le Attività Manifatturiere, anche dopo i primi dieci mesi del 2023, sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (14.088). Sono seguite da: Sanità (5.683), Trasporti e Magazzinaggio (5.606), Commercio (4.836) e Costruzioni (4.653).

È MILANO A FAR RILEVARE IL PIÙ ELEVATO NUMERO DI DENUNCE TOTALI

È la provincia di Milano quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (30.179), seguita da: Brescia (12.792), Bergamo (11.063), Varese (7.651), Monza e Brianza (6.567), Como (4.222), Mantova (4.062), Pavia (3.951), Cremona (3.799), Lecco (2.961), Lodi (2.102) e Sondrio (1.752).

INFORTUNI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ: ECCO LE STATISTICHE

Infine, sono 31.907 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici e 59.194 quelle degli uomini.

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 23.000 su 91.101 (oltre il 25%).

Le denunce di infortunio fino a 14 anni sono 9.451, ovvero oltre il 10% del totale delle denunce in regione.

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale.

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale.

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

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