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Gastronomia e sapori antichi del LARIO

Alla scoperta della gastronomia lariana: tra pesce di lago, polenta  e sapori di una volta.

Il lago di Como è ricco di storia, arte  e natura ed è anche sinonimo di buon cibo. La proposta tradizionale della gastronomia lariana è quella di piatti semplici ma gustosi e sfiziosi  che trovano le loro radici nella cultura contadina di un tempo.

Si tratta di piatti tipici sia degli abitanti  di dei borghi del lago di Como, sia degli abitanti  di zone limitrofe  collinare o montuose fino alla Valtellina e Val Chiavenna.

Ora vi portiamo a conoscenza di piatti e prodotti tipici che non possono mancare nella vostra esperienza di gusto quando verrete a visitare il lago di Como:

  • pesce di lago a km 0
  • pesce di lago essicato: missultin
  • Brasato di cinghiale: un piatto tipico dei nostri monti
  • il vino: vini davvero unici quelli della Valtellina
  • Il miele: made in Como
  • L’olio: oro pregiato del nostro meraviglioso lago.

Il Lario è ricco anche  di molti dolci della tradizione come: la Miascia e la Resta.

La Miascia  è un dolce tipico del lago di Como, una torta e un dolce povero dalle origini molto antiche, il nome deriva del fatto che un tempo veniva preparata  durante il giorno durante la festa del paese  e anticamente venivano cotti in forni comunitari. Si prepara con gli avanzi  come il pane raffermo in aggiunta il latte uova zucchero, burro, mele, pere, pinoli, uvette, amaretti, cioccolato, scorza di limone.

La storia invece della Resta comasca (dal latino arista, indicante sia la lisca del pesce sia la resta del grano) comincia in una taverna comasca dei primi anni dell’Ottocento. Il proprietario dell’Osteria del Pescatore, di nome Michele, nel giorno del suo onomastico usava offrire il pranzo ai clienti. A chiudere piacevolmente il pasto, arrivava un pandolce arricchito di canditi e uvetta, versione “sontuosa”, secondo i criteri della cucina popolare del tempo, del pane di tutti i giorni.

I “tagli”

La leggenda narra che a cottura ultimata, il dolce presentava i segni della sua composizione: all’interno il bastoncino ed esternamente l’avvallamento centrale e la serie di incisioni provocate dal coltello.
L’oste, vedendo il risultato, esclamò: “Par la resca d’un pèss!” (“Pare la lisca di un pesce”). E quello era in effetti l’aspetto, che è stato riprodotto nel modo più fedele possibile nella Resta Baj.
La Resta Baj viene prodotta senza bastoncino secondo i dettami della modernità alimentare.

a cura di Andrea Avogadro e Federico Preziuso

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