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Vittorio Agnoletto. Il libro/inchiesta indipendente sulla pandemia, con la prefazione di Lula, Presidente del Brasile

“Le conclusioni dell’indagine sulla pandemia da parte della Procura di Bergamo, sono un primo passo verso una giustizia che non si fa intimidire da un potere politico che, con le sue scelte, si è reso corresponsabile, insieme al virus, di alcune migliaia di morti altrimenti evitabili. Siamo fiduciosi negli sviluppi del procedimento giudiziario, con la definitiva individuazione delle responsabilità e delle conseguenti condanne. Ora la società civile deve impedire che la politica si autoassolva e che tutto venga insabbiato”, ha dichiarato Vittorio Agnoletto, medico, attivista di Medicina Democratica e autore del volume “Senza Respiro. Un’inchiesta indipendente sulla pandemia Coronavirus, in Lombardia, Italia, Europa”.

Il libro è stato consegnato alla Procura della Repubblica di Milano il 13 novembre 2020: pubblicato da Altreconomia in piena pandemia, con la prefazione di Luiz Inàcio Lula da Silva, presidente del Brasile, è frutto dell’inchiesta condotta da Vittorio Agnoletto, con la collaborazione di Cora Ranci e Alice Finardi, con la storica trasmissione 37e2 su Radio Popolare. Dalle centinaia di testimonianze e denunce degli ascoltatori, raccolte nei mesi più drammatici della esplosione della pandemia nella Val Seriana e nel Bergamasco, di fatto, emersero indicazioni nette per l’individuazione di responsabilità e gravi inadempienze a tutti i livelli: sanitari, istituzionali e politici.

Il volume, con tre anni di anticipo, è una durissima e circostanziata requisitoria sui responsabili della nefasta gestione della pandemia e contiene anche indicazioni per una gestione alternativa della sanità, nel rispetto del diritto alla salute di tutti e contro le privatizzazioni selvagge.

Per mesi – ha aggiunto Agnoletto – dovemmo assistere ad un vergognoso scaricabarile: oggi abbiamo la conferma che sia il Governo che la Regione Lombardia avevano la possibilità di istituire, ognuno di propria iniziativa, la zona rossa nella bergamasca, in base a quanto previsto dal decreto del 23 febbraio 2020 e dall’ordinanza firmata nella medesima giornata congiuntamente dal Ministro della Salute e dal Presidente della Regione, come ampiamente da me documentato nel libro. La mancata attivazione della zona rossa, e degli atti conseguenti ha regalato all’Europa il maggior focolaio continentale: infatti, se la Lombardia fosse stata una nazione indipendente sarebbe al sesto posto nel mondo come decessi da Covid in relazione alla popolazione: 455 ogni 100.000 abitanti. Una cifra spaventosa. Nella primavera del 2020 varie associazioni avevano raccolto oltre 100.000 firme per chiedere al Governo di Commissariare la sanità lombarda e nessuno ci rispose. 

La fila dei camion del 18 marzo 2020 è il simbolo del prevalere del profitto e degli interessi economici sulla salute collettiva.

Come società civile, associazioni, comitati dei familiari, terremo alta l’attenzione per impedire che la politica si autoassolva e che, come spesso è accaduto in Italia, per altre e diverse stragi, tutto finisca nel nulla, nell’oblio del tempo”.

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