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“Un giorno mi dissero che non potevo fare più sport. Ora surfo su onde più grandi di me”

“Un giorno mi dissero che non potevo fare più sport. Ora surfo su onde più grandi di me”

L’incredibile storia di coraggio e resilienza di Michele.

“Tutto è possibile, se si crede nei propri sogni con coraggio e si ha la forza di trasformare la propria vita.” Queste le parole di Michele, ragazza di 31 anni originaria di Petrópolis, una città nella regione montuosa di Rio de Janeiro, in Brasile. La sua, una storia incredibile che parla di forza, coraggio e resilienza. Michele fino all’età di undici anni ha vissuto un’infanzia normale, poi la sua vita cambiò drasticamente. Dolori in tutto il corpo, gonfiore alle articolazioni, un senso di pesantezza e rigidità mai provato prima. “E’ come se avessi un sacchetto di cemento sulla schiena” – raccontava disperata a sua madre. Poi la diagnosi: artrite reumatoide.

Un momento indelebile nella mente di Michele: “Hanno semplicemente dato la diagnosi, prescritto farmaci molto forti e interrotto tutta l’attività fisica. Hanno detto che non potevo più correre, saltare, che non potevo fare sport. Ma mi chiedo, era davvero l’unica strada? Non sto dicendo che i farmaci non siano validi, ma ritengo che da soli non possano fare tutto il lavoro. Ci vuole equilibrio, bisogna dare importanza anche alle esigenze emotive della persona e andare alla radice del problema, non curare soltanto i sintomi.”

Michele racconta che i medici le dicevano spesso che la malattia sarebbe stata più forte, ma lei non ha mai creduto in questo. Ha cercato nuove strade e ha trasformato gli ostacoli in opportunità per andare oltre i propri limiti. “Ho sofferto di molti pregiudizi a causa della malattia, che ha influenzato anche la mia vita professionale” racconta Michele. “Sei molto intelligente, comunicativa, saresti sicuramente un ottimo dipendente. Ma prima o poi finirai per ostacolare la squadra con il dolore. Non posso darti un lavoro.” – questa una delle tante risposte ricevute durante i colloqui di lavoro. “Vendevo panini e scatole per il pranzo, nella
fase in cui mi veniva negata la possibilità di lavorare a causa dell’artrite. E volevo lavorare,
non solo per necessità, ma per desiderio” – continua Michele.

L’incontro con il chiropratico Lucas Rech

Con gli anni i dolori diventavano sempre più forti e limitanti. Un giorno Michele incontrò due surfisti di nome Rico De Souza e Eric de Souza, che le consigliarono di andare dal chiropratico Lucas Rech, professionista eccezionale nel suo settore. “Sono arrivata da Lucas quando avevo 27 anni. Ho fatto un test biomeccanico per identificare tutte le problematiche. Lucas è un professionista che ho sempre chiesto a Dio. Credeva che avrei potuto migliorare, è diventato uno dei miei migliori amici e mi aiuta ogni giorno ad essere più forte. Insieme abbiamo messo a tacere il dolore, recuperando i movimenti. E grazie al suo aiuto, sono tornata a fare attività fisica. Ho persino realizzato il mio sogno di fare surf.” – racconta felice Michele.

La missione sociale di Michele

La parola impossibile non esiste. “Voglio portare la mia storia alle persone, sia attraverso un libro e forse un giorno anche un film in cui parlo di tutto quello che ho passato e che ho sofferto. Mi ha fatto venire voglia di motivare le persone a non rinunciare ai loro sogni.” racconta Michele. “Il mio sogno è quello di guarire, di liberarmi e di trovare me stessa. E quando dico guarire, non intendo che troverò la cura per l’artrite, ma piuttosto trovare la versione migliore di me stessa. Voglio condividere il mio amore per il mondo, la forza, la fede e la mia trasformazione. Desidero trasformare vite, trasmutare ferite. Aumentare la nostra forza e il coraggio nel credere che siamo tutti capaci.”


 

“Um dia me disseram que eu não poderia mais praticar esportes. Agora surfo ondas maiores que eu”

A incrível história de coragem e resiliência de Michele.

“Tudo é possível se você acreditar nos seus sonhos com coragem e tiver força para transformar sua vida.” Estas são as palavras de Michele, uma menina de 31 anos natural de Petrópolis, cidade da região serrana do Rio de Janeiro, Brasil. A história dele é incrível e fala de força, coragem e resiliência. Michele viveu uma infância normal até os onze anos, depois sua vida mudou drasticamente. Dor por todo o corpo, inchaço nas articulações, sensação de peso e rigidez nunca sentida antes. “É como se eu tivesse um saco de cimento nas costas” – disse ela desesperadamente à mãe. Depois o diagnóstico: artrite reumatóide.

Um momento indelével na mente de Michele: “Simplesmente deram o diagnóstico, prescreveram medicamentos muito fortes e interromperam toda atividade física. o único caminho? Não estou dizendo que as drogas não sejam válidas, mas acredito que sozinhas elas não podem fazer todo o trabalho. É preciso equilíbrio, devemos também dar importância às necessidades emocionais da pessoa e chegar à raiz do problema. o problema, não apenas tratar os sintomas.”

Michele conta que muitas vezes os médicos lhe diziam que a doença seria mais forte, mas ela nunca acreditou nisso. Buscou novos caminhos e transformou obstáculos em oportunidades para ultrapassar seus limites. “Sofri muitos preconceitos por conta da doença, o que também influenciou minha vida profissional”, afirma Michele. “Você é muito inteligente, comunicativo, com certeza daria um ótimo funcionário. Mas mais cedo ou mais tarde você vai acabar atrapalhando a equipe de dor. Não posso te dar um emprego.” – esta é uma das muitas respostas recebidas durante entrevistas de emprego. “Eu vendia sanduíches e lancheiras no fase em que me foi negada a possibilidade de trabalhar devido à artrite. E eu queria trabalhar, não só por necessidade, mas por desejo” – continua Michele.

O encontro com o quiroprático Lucas Rech

Com o passar dos anos a dor tornou-se cada vez mais forte e mais limitante. Um dia Michele conheceu dois surfistas chamados Rico De Souza e Eric de Souza, que a aconselharam a procurar o quiroprático Lucas Rech, um profissional excepcional em sua área. “Vim para o Lucas com 27 anos. Fiz um exame biomecânico para identificar todos os problemas. O Lucas é um profissional que sempre pedi a Deus. Ele acreditou que eu poderia melhorar, se tornou um dos meus melhores amigos e me ajuda cada dia para ser mais forte. Juntos silenciamos a dor, recuperando os movimentos. E graças à ajuda dele voltei a fazer atividade física. Até realizei meu sonho de surfar.” – Michele diz alegremente.

A missão social de Michele

A palavra impossível não existe. “Quero levar minha história para as pessoas, tanto através de um livro quanto talvez um dia até de um filme onde eu fale sobre tudo que passei e sofri. Isso me fez querer motivar as pessoas a não desistirem de seus sonhos.” Michele diz. “Meu sonho é curar, me libertar e me encontrar. E quando digo curar, não quero dizer que encontrarei a cura para a artrite, mas sim que encontrarei a melhor versão de mim mesmo. Eu quero compartilhar meu amor pelo mundo, força, fé e minha transformação. Desejo transformar vidas, transmutar feridas. Aumentar nossa força e coragem para acreditar que todos somos capazes.”

 

 

 

 

 

 

 

 

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